Richiedenti asilo denunciano il “caporalato” e ottengono il permesso di soggiorno per sfruttamento lavorativo

Denunciano il sistema di caporalato e come premio ottengono un permesso di soggiorno della durata di sei mesi.

I protagonisti di questa vicenda sono una quindicina di richiedenti asilo, che hanno scelto di denunciare il sistema di sfruttamento nei confronti dei migranti e di collaborare con le forze dell’ordine.

Grazie a questo aiuto, la polizia è riuscita ad individuare e denunciare il responsabile di questo sistema di caporalato, ed è per questo che i richiedenti asilo hanno beneficiato del permesso di soggiorno per sei mesi, come stabilito dal decreto immigrazione fortemente voluto dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini.

Lo sfruttamento dei migranti avveniva nei campi del Polesine e della Bassa Padovana.

Come evidenziato nelle indagini, che sono partite già da alcuni mesi, il “caporale” costringeva i cittadini extracomunitari a lavorare in nero e in condizioni impossibili.

Il sistema di sfruttamento era portato avanti da un cittadino marocchino di 28 anni, denunciato a fine agosto, dopo un’indagine condotta dai carabinieri di Rovigo, Carmignano e Sant’Urbano, insieme agli Ispettori del lavoro di Rovigo e Ferrara.

Come riportato dal sito “Polesine24”, le forze dell’ordine erano state allertate da Alberto Ruggin, educatore professionale che lavora con la Tangram, una cooperativa che gestisce alcuni centri di accoglienza per profughi nella Bassa padovana.

I migranti venivano fatti lavorare senza contratto e senza permesso, e in alcuni casi non veniva loro corrisposto alcun pagamento.

Particolarmente sfruttate le donne, costrette a lavorare per ore (anche fino a 10, ndr) con i loro neonati al collo.

Il tutto per la misera paga di 4 euro l’ora.

In tutto, per la raccolta di pomodori il marocchino 28enne era riuscito a reclutare 33 migranti, tra cui anche un minorenne, in un periodo compreso tra luglio e agosto 2018.

Grazie al decreto Salvini, che nelle motivazioni per la concessione del permesso di soggiorno prevede anche i cosiddetti “casi speciali” come appunto i lavoratori sfruttati che scelgono di collaborare con la giustizia, la quindicina di richiedenti asilo possono restare regolarmente in Italia per sei mesi.

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