Regolarizzazione migranti, si stimano 220.000 domande. Lo Stato potrebbe incassare quasi 100 milioni

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Proprio ieri il DL Rilancio è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, chiarendo alcuni aspetti della regolarizzazione dei lavoratori stranieri in alcuni settori del Paese che rischiavano il tracollo in seguito all’emergenza coronavirus.

Parliamo soprattutto del settore agricolo e di quello domestico, ed è proprio su braccianti, colf e badanti che si è concentrata maggiormente l’attenzione del governo Conte.

Ma quante saranno, in tutto, le domande di regolarizzazione di lavoratori stranieri?

Come riportato dal Sole 24 Ore, che riprende a sua volta la relazione tecnica del DL Rilancio, le domande dovrebbero toccare quota 220.000, di cui 176.000 presentate dai datori di lavoro per favorire l’emersione dal lavoro nero (con 500 euro da versare per ogni lavoratore, ndr) e 44.000 domande avanzate invece dai cittadini stranieri con permesso di soggiorno scaduto.

Chiaramente sono numeri che potrebbero oscillare, dato che si sta parlando pur sempre di irregolari e non sono chiare le cifre esatte.

Con i 500 euro versati dal datore di lavoro per ogni lavoratore regolarizzato e le 130 euro a carico del lavoratore straniero con permesso scaduto, la stima rivela che lo Stato potrebbe incassare qualcosa come 94 milioni.

Nel DL Rilancio viene poi chiarito che la domanda può essere presentata dal prossimo 1 giugno fino al 15 luglio 2020, e che i macrosettori interessati sono tre: agricoltura, allevamento e zootecnia, pesca e acquacoltura; assistenza alla persona; lavoro domestico.

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