Regolarizzazione migranti, le proteste dei braccianti: “Lavoriamo da anni ma saremo esclusi dalla sanatoria”

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La regolarizzazione dei migranti ha trovato un largo consenso nelle forze politiche e sociali, fatta eccezione per gli schieramenti di destra che avrebbero preferito l’introduzione dei voucher, specialmente nel settore agricolo.

Tuttavia, la misura introdotta nel DL Rilancio appena varato dal governo Conte viene fortemente criticata dagli stessi braccianti, che hanno deciso di lanciare una serie di mobilitazioni, a cominciare dallo sciopero di ieri organizzato in tutta Italia dall’Unione Sindacale di Base (USB).

Tra le rivendicazioni dei braccianti troviamo anche la restrizione del provvedimento di regolarizzazione solo per alcuni settori: agricoltura, allevamento, zootecnia, pesca, assistenza alla persona e lavoro domestico.

Inoltre, nella protesta viene specificato che i lavoratori che hanno visto scadere il proprio documento prima del 31 ottobre 2019 e non sono in grado di dimostrare un precedente impiego nelle categorie indicate sono praticamente esclusi dalla regolarizzazione.

Un ragazzo presente nel corteo dell’USB, giunto fino alla prefettura di Foggia per chiedere al governo di dare “risposte ai lavoratori di tutta la filiera del cibo”, ha chiarito con parole semplici la problematica che lo riguarda e che interessa moltissimi altri lavoratori: “Ho lavorato in campagna per 5 anni, so fare tutto ma non ho mai visto un contratto. Come faccio ad ottenere il documento?”.

Le stime riferiscono che quasi metà degli irregolari non potranno accedere alla misura governativa, fortemente voluta dal ministro Teresa Bellanova.

Le istanze dei lavoratori, che vedono in prima linea l’attivista sindacale e sociale Aboubakar Soumahoro, hanno già trovato consenso in alcune forze politiche.

E’ il caso di Liberi e Uguali, con il deputato Erasmo Palazzotto che ha sottolineato come la regolarizzazione debba essere considerata solo “il primo dei passi necessari”.

In appoggio ai braccianti anche Don Luigi Ciotti, presidente di Libera. “Anche noi scioperiamo contro le misure insufficienti per la regolarizzazione di braccianti, precari e invisibili. La dignità della persona non è un valore “stagionale”, riducibile a logiche e convenienze di mercato”.

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