Regolarizzazione migranti, Landini: “Misura non più rimandabile”

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Cresce sempre più il fronte favorevole alla regolarizzazione dei lavoratori stranieri per salvare il settore agricolo.

Il governo Conte sta ragionando sulle modalità per introdurre questa misura, che andrebbe a salvaguardare l’agricoltura dopo i numerosi allarmi lanciati da Confagricoltura, Coldiretti e tante altre organizzazioni.

Con la diffusione del contagio da coronavirus e la conseguente mancanza di lavoratori stagionali, circa il 35% del raccolto rischia di rimanere nei campi, con un inevitabile tracollo economico di proporzioni gigantesche.

Negli ultimi giorni è circolata già una bozza di legge, e nel frattempo diverse voci si sono levate a sostegno della regolarizzazione dei migranti.

Ieri è stata la volta del ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, che ha confermato come la misura su cui sta ragionando l’esecutivo “non è una sanatoria”.

Anche il segretario della CGIL, Maurizio Landini, è intervenuto a Radio Anch’io su Rai Radio Uno per chiedere che si arrivi il primo possibile ad una definizione.

E’ ora di regolarizzare i lavoratori stranieri costretti a lavorare nei campi e a vivere nei ghetti – le parole di Landini riportate da Askanews – Si parla sempre di frutta che rischia di non venire raccolta, pensiamo anche a chi la raccoglie“.

Emma Bonino, una delle prime ad evidenziare la necessità di far emergere gli stranieri dal lavoro nero, è tornata sull’argomento sottolineando che la misura deve riguardare colf e badanti.

“Abbiamo anziani soli a casa e badanti irregolari che hanno paura di uscire perché non hanno i documenti in regola per accompagnarli a fare la dialisi o la spesa – ha detto la Bonino – Stiamo parlando di oltre un milione di persone, di cui abbiamo assolutamente bisogno”.

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