Regolarizzazione migranti, ecco la bozza di legge per salvare il settore agricolo

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Nonostante il parere contrario delle forze di opposizione, con Lega e Fratelli d’Italia che hanno già criticato fortemente il governo Conte, l’esecutivo va avanti per cercare di salvare il settore agricolo dalla mancanza di lavoratori stagionali causata dalla diffusione del contagio da coronavirus. 

Il grido d’allarme lanciato da organizzazioni come Coldiretti e Confagricoltura, ma anche dai sindacati CGIL, CISL e UIL e da tutti coloro che lavorano nell’ambito agricolo è stato raccolto dal governo, che sta studiando le misure per salvare uno dei settori più importanti dell’economia. 

Per questo, i ministeri di Agricoltura, Lavoro, Interni, Economia e Giustizia stanno lavorando ad una bozza di legge, caratterizzata da 18 articoli, per consentire ai tantissimi stranieri irregolari che lavorano nei campi come braccianti di ottenere una regolarizzazione tramite una “dichiarazione di emersione dei rapporti di lavoro”. 

“Ritengo fondamentale nella fase emergenziale regolarizzare gli extracomunitari che ricevano offerte di lavoro”, ha detto la ministra dell’Agricoltura, Teresa Bellanova, anche se il governo tiene a precisare che non si tratta di una “sanatoria”. 

A prescindere da come la si voglia chiamare, quel che è certo è l’urgenza del provvedimento, dato il rischio concreto di perdere qualcosa come il 35% di tutto ciò che si trova nei campi italiani. 

La bozza di legge sembra venire leggermente incontro alle richieste delle destre. L’articolo 7, ad esempio, esclude dal provvedimento destinatari di espulsioni, condannati o soggetti pericolosi per la sicurezza dello Stato.

Ma conoscendo le posizioni di Salvini e Meloni difficilmente basterà questa distinzione per placare gli animi. 

Nell’articolo 5 vengono invece chiarite le cause che comportano il rigetto della domanda del datore di lavoro, ovvero la condanna negli ultimi 5 anni (anche con sentenza non definitiva) per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. 

Su Repubblica si parla di soluzione strutturata in due fasi. Dopo la regolarizzazione mirata nel breve periodo (da qui a giugno) si penserà ad una revisione del decreto flussi in autunno, con la previsione dei permessi di soggiorno per ricerca-lavoro.

Secondo il presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera, Giuseppe Brescia (M5S), la proposta troverà largo consenso perchè “non è nè di destra, nè di sinistra, e non è una sanatoria: è un progetto di buon senso, ora più che mai urgente e necessario”.

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