Rapina un’anziana, niente permesso di soggiorno. Kosovaro tenta la strada dell’asilo politico

Niente permesso di soggiorno perchè pluripregiudicato. Un cittadino kosovaro di 33 anni, titolare di un’impresa edile, ha visto rifiutata la sua istanza di rinnovo del permesso di soggiorno per lavoro autonomo, presentata alla Questura di Treviso.

L’uomo vive nella provincia di Treviso dal 2005, sempre regolarmente soggiornante, sposato e padre di due figli, entrambi minorenni.

La richiesta di rinnovo è stata avanzata nel 2018, ma la Questura di Treviso l’ha respinta e alcuni uomini del personale di polizia hanno provveduto ad accompagnare il cittadino kosovaro nel Centro di Permanenza per Rifugiati di Ponte Galeria (Roma).

Le motivazioni che hanno portato la Questura di Treviso a rifiutare l’istanza dell’imprenditore edile sono molto pesanti.

Nel 2017, infatti, l’uomo si è reso responsabile di una rapina messa a segno all’interno di un’abitazione nei dintorni di Belluno.

La vittima della rapina era un’anziana. Il kosovaro 33enne si è introdotto nella casa della signora con una metodologia particolarmente violenta: sostenuto da due complici, ha suonato il campanello dell’abitazione e ha successivamente bloccato la signora che aveva appena aperto la porta.

Mentre le teneva ferme le braccia dietro la schiena, il cittadino kosovaro ha intimato all’anziana di rivelarle dove teneva nascosti i soldi, minacciandola anche con una pistola.

Non contenti, i criminali hanno chiuso la signora all’interno del vano scale, saccheggiando l’intera abitazione.

Per questo la Questura di Treviso ha ritenuto che il 33enne fosse un soggetto pericoloso e pertanto non idoneo all’ottenimento del rinnovo del permesso di soggiorno.

Ma l’imprenditore edile non si è dato per vinto. Una volta appreso che la sua istanza era stata rifiutata e che pertanto sarebbe stato espulso dall’Italia, il 33enne ha subito espresso la volontà di chiedere asilo politico.

Nel frattempo, come detto, è stato accompagnato al C.P.R. proprio a causa dei suoi precedenti penali. Toccherà ora alla Commissione Territoriale valutare la sua richiesta di protezione internazionale.

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