Permesso di soggiorno per motivi familiari, la Cassazione: “Convivenza non è requisito”

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Per richiedere il rinnovo del permesso di soggiorno per motivi familiari non sarà più necessario il requisito della convivenza.

La cittadina straniera sposata con un italiano potrà fare tranquillamente richiesta di rinnovo anche se la coppia non convive.

Il Decreto Legislativo n.30/2007 non prevede infatti tra i requisiti necessari anche quello della convivenza, fatti salvi i casi dove viene evidenziata un’unione fittizia, magari costruita ad arte proprio per ottenere il permesso di soggiorno.

E’ quanto stabilito dalla Corte di Cassazione, che ha appena accolto il ricorso di una cittadina di nazionalità marocchina.

La donna, infatti, ha sposato un cittadino italiano e ha ottenuto il permesso di soggiorno per motivi di famiglia, con validità quinquennale.

Tuttavia, quando la marocchina ha presentato domanda di rinnovo del permesso di soggiorno si è vista respingere l’istanza per assenza di una prova che accertasse l’effettiva convivenza.

Nonostante i giudici di merito abbiano confermato il rifiuto, la marocchina non si è data per vinta e ha presentato ricorso alla Cassazione, che ha dato ragione alla donna.

Come spiegato dalla Cassazione nel dispositivo, tra i criteri di riconoscimento iniziale e conservazione dei titoli di soggiorno previsti dalla normativa “non può rientrare, nell’ipotesi del coniuge del cittadino italiano (o dell’ UE) la convivenza effettiva”.

La Cassazione ha poi precisato che invece tale requisito viene considerato dall’art. 35 della Direttiva 2004/38/CE, dove viene chiarito il divieto di matrimoni fittizi “contratti all’esclusivo fine di aggirare la normativa pubblicistica in tema d’immigrazione”.

Tuttavia, come chiarito ulteriormente dalla stessa Cassazione, il Questore aveva negato alla cittadina marocchina il rinnovo del permesso di soggiorno perchè mancava una prova che accertasse la convivenza e non sulla valutazione della natura fittizia del vincolo coniugale.

Per questo la Cassazione ha valutato nel merito e ha accolto il ricorso presentato dalla cittadina marocchina.

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