Pakistan, premier Imran Khan e la cittadinanza ai rifugiati afgani e bengalesi

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premier Imran Khan

Tutti i rifugiati dell’Afghanistan e del Bangladesh nati in territorio pachistano otterranno automaticamente la cittadinanza dello Stato con capitale Islamabad. La decisione è del primo ministro Imran Khan, che l’aveva già preannunciata durante la campagna elettorale.

Una svolta che va ad interessare quasi un milione e mezzo di persone, tra uomini, donne e bambini, e che giunge a pochi giorni dalla scadenza di una proroga (una delle tante) concessa ai rifugiati afgani per fare ritorno nel loro Paese.

La “deadline” per i rifugiati era il 30 settembre: dopo quella data, sarebbero stati costretti a rientrare nel loro Afghanistan ancora interessato da un sanguinoso conflitto. In caso contrario, per loro sarebbe scattato l’arresto e la deportazione.

Imran Khan è il primo ministro pachistano che mette in pratica una legge che la Costituzione dello Stato con capitale Islamabad prevede fin dal lontano 1947.

Il premier ha spiegato la decisione nel dettaglio: “Questi poveri migranti dal Bangladesh – ha detto Khan – sono qui da più di 40 anni, i loro figli adesso sono cresciuti … gli daremo passaporti e carte d’identità, così come a quegli afghani i cui figli sono stati allevati qui, che sono nati qui. Perché stiamo infliggendo un’ingiustizia del genere a queste persone?”.

La svolta storica fortemente voluta da Imran Khan, che va a tagliare nettamente con il passato, ha suscitato subito la reazione entusiasta dell’Unhcr, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati.

Un portavoce ha detto alla stampa che l’Unhcr non vede l’ora “di lavorare a stretto contatto con il governo del Pakistan su questo tema nelle prossime settimane”.

Nessuna reazione da parte dell’Afghanistan, ma è probabile che la notizia sia stata accolta con soddisfazione: con la concessione della cittadinanza pachistana ai rifugiati afgani viene infatti evitato un contro-esodo preoccupante.

L’unico nodo da sciogliere è quello che riguarda l’esercito, che non è detto sia troppo d’accordo con questa decisione adottata da Imran Khan.

In Pakistan, infatti, il corpo militare – che pure ha sostenuto Khan alle elezioni – resta il principale responsabile della politica di reimpatrio.

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