Nasce la “Repubblica del Nord Macedonia”, accordo storico tra Atene e Skopje

Accordo storico tra Atene e Skopje

A grandi passi verso un riconoscimento che sarebbe storico.

Da trent’anni Atene e Skopje combattono una battaglia tutta ‘nazionalista’: i greci non hanno mai riconosciuto l’indipendenza della Macedonia, e allo stesso tempo Fyrom ha portato avanti una campagna di odio nei confronti del governo di Atene.

Un contenzioso davvero delicato, uno dei tanti presenti nell’area balcanica e che metteva seriamente a rischio una stabilità già piuttosto precaria.

Anche per questo, i due governi hanno deciso di compiere un passo in avanti forse decisivo verso una riconciliazione che potrebbe risultare molto importante per gli equilibri di questa zona del mondo.

Nikos Kotzias e Nikola Dimitrov, i ministri degli esteri di  hanno firmato ieri mattina un accordo che sancisce la pace tra i due Paesi dopo decenni di odio.

La firma, che è avvenuta sulle rive del lago Prespa, stabilisce il nuovo nome della Former Yugoslav Republic of Macedonia (Fyrom), che sarà da oggi in poi “Repubblica del Nord Macedonia”.

Un’intesa che potrebbe far sì che per Fyrom si aprano anche le porte dell’Unione Europea e della NATO. Il premier greco, Alexis Tsipras, ha parlato chiaramente di un accordo storico, che mette fine a 26 anni di polemiche sterili.

Allo stesso tempo, il premier macedone Zoran Zaev ha confermato la volontà di guardare al futuro e di smetterla di portare avanti una guerra politica ormai senza senso.

Tuttavia, questa riconciliazione non viene vista positivamente da buona parte delle rispettive popolazioni. Un segnale forte e chiaro l’ha dato la stessa città di Psarades, dove è avvenuto l’incontro, che ha suonato le proprie campane a lutto avvolte da una bandiera greca.

La Macedonia ha provveduto già nei mesi scorsi a rimuovere tutte le provocazioni lanciate alla Grecia in questo periodo di “gelo” tra i due territori, a cominciare dalla sparizione delle statue di Alessandro Magno e al cambio di nome dell’aeroporto della capitale, che era intitolato proprio al condottiero macedone.

L’opposizione non ci sta, e ha già annunciato che darà battaglia per far sì che il referendum nazionale programmato a settembre per approvare l’accordo non passi.

Non va meglio in Grecia, dove duemila persone sono tornate a manifestare davanti al Parlamento greco perchè contrarie a questa riconciliazione.

Anche nel paese ellenico le opposizioni sono sul piede di guerra, tanto da presentare una mozione di sfiducia nei confronti dello stesso Tsipras.

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