Migranti, sgomberi e chiusure: il decreto Salvini non fa sconti

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migranti salvini

Mentre il governo Conte traballa pericolosamente a causa dei forti dissidi tra il Movimento 5 Stelle e la Lega sulla TAV, il decreto sicurezza fortemente voluto dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini, viene messo in atto quotidianamente con sgomberi di baraccopoli e chiusure di centri di accoglienza.

Negli ultimi due giorni, l’esercito è stato impegnato nello smantellamento della tendopoli di San Ferdinando (Reggio Calabria), dove erano ospitati centinaia di migranti che lavorano come braccianti nei terreni della piana di Gioia Tauro.

Le strutture fatiscenti sono state eliminate in circa 48 ore. L’area è ancora piena zeppa di rifiuti da smaltire: un’operazione a cui provvederà il comune di San Ferdinando.

Tutti i migranti che vivevano nella baraccopoli sono stati sgomberati: quelli in regola con il permesso di soggiorno troveranno posto nei luoghi preposti all’accoglienza che sono situati nella zona (ex Sprar, Cara, Cas).

Nel frattempo, altri 49 migranti sono stati trasferiti dal Cara di Mineo. Lo comunica il prefetto di Catania, Claudio Sammartino, che durante un suo incontro nel Municipio di Caltagirone ha confermato che i migranti rimasti nella struttura sono 814.

“Il suo graduale svuotamento – ha sottolineato – sta avvenendo in un clima sereno e con profonda attenzione e tutela dei soggetti vulnerabili come donne e bambini”.

Al momento, dal Cara di Mineo sono stati trasferiti circa 200 migranti: il responsabile del Viminale, Matteo Salvini, ha assicurato la chiusura del centro d’accoglienza entro il 2019.

Infine, nelle ultime ore è giunta la notizia anche di un’altra chiusura: si tratta del centro di accoglienza di via delle Tagliate, a Lucca, dove sono andati via anche gli ultimi richiedenti asilo.

“La drastica riduzione degli sbarchi – fa sapere il prefetto Maria Laura Simonetti – ha ora consentito di raggiungere l’obbiettivo che ho perseguito fin dal mio insediamento ovvero ridimensionare il Centro delle Tagliate fino ad arrivare al completo svuotamento e quindi alla chiusura, come richiesto dal Comune”.

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