Migranti, l’avvocato non può entrare nell’ufficio immigrazione: è polemica

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Sei un cittadino straniero e devi rinnovare il permesso di soggiorno? Devi vedertela da solo, senza l’aiuto del tuo avvocato.

E’ quanto denuncia l’Ordine dei Legali di Napoli e Lecce, che in una nota criticano l’impossibilità di assistere i migranti presso gli uffici immigrazione. Coloro che devono rinnovare il permesso di soggiorno hanno ovvie difficoltà, data la non perfetta conoscenza della lingua e i tanti ostacoli della burocrazia: una scelta di questo tipo non fa che peggiorare la situazione.

Gli avvocati sottolineano che il comportamento tenuto dalle Questure è “senza precedenti”. “Tali condotte pongono gli immigrati in posizione di inferiorità e risultano irrispettose verso la categoria forense”, spiega l’Arci.

Sul tema è intervenuto il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Napoli, Antonio Tafuri, che ha rimarcato come i funzionari e il personale addetto all’Ufficio immigrazione impediscano ai legali di assistere gli immigrati nel disbrigo delle relative pratiche, vietando loro l’ingresso negli uffici. Finora era consentito ad un migrante pagare un avvocato per ricevere assistenza all’ufficio immigrazione su una serie di pratiche (dal permesso di soggiorno al ricongiungimento familiare, ndr).

“Tale prassi che non ci risulta sia fondata su disposizioni normative – si legge in una nota spedita il 5 marzo al questore – pone gli immigrati in posizione di inferiorità e di difficoltà sia per la frequente scarsa conoscenza della normativa, sia per le comprensibili deficienze linguistiche e di espressione del pensiero e della volontà. Tali condotte risultano irrispettose verso la categoria forense – tuona Tafuri – e contrarie alla inviolabile e costituzionale funzione dell’avvocato di difendere e assistere anche tecnicamente la persona che reclama i propri diritti”.

Ma oltre a Napoli, il divieto d’ingresso per gli avvocati che assistono i migranti sarebbe ormai “prassi” anche a Lecce. Nel capoluogo pugliese un gruppo di 13 avvocati ha denunciato al proprio Ordine il comportamento del personale dell’Ufficio immigrazione, che “si arrabbia” in caso il migrante si rechi assistito da un legale, la cui presenza viene addirittura “sconsigliata”.

L’intervento del presidente dell’Ordine degli avvocati ha fatto sì che la Questura riaprisse le porte agli avvocati.

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