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Il 2 ottobre in Ungheria si voterà il referendum per decidere se sia corretto o meno che l’Ue imponga ad ogni stato una quota fissa di migranti da accogliere sul suo territorio

Il tema dei migranti continua ad agitare le politiche degli stati che fanno parte dell’Unione Europea. Uno dei più decisi ad opporsi alla libera circolazione è l’Ungheria che il 2 ottobre prossimo andrà alle urne per votare sul referendum nel quale si dovrà o meno approvare il piano europeo della ridistribuzione dei migranti al quale il governo ungherese (ma anche buona parte della popolazione) è contrario.

Il governo guidato da Viktor Orban recentemente ha già votato contro al piano previsto dall’Ue per distribuire 160mila migranti in tutti i 28 Paesi che ne fanno parte, in base a quote obbligatorie. Una linea diametralmente opposta a quella di molti altri governi europei e così il presidente ungherese, Janos Ader, ha annunciato che a decidere sarà il popolo con un referendum come va molto di moda negli ultimi tempi nel nostro continente.

In fondo il testo della consultazione popolare è semplic e: gli ungheresi dovranno decidere se sia o meno corretto che l’Unione Europea fissi un numero prestabilito di cittadini non ungheresi da ricollocare nel territorio del Paese senza che questo provvedimento venga o meno approvato dal parlamento.

Il premier Orban è contrario perché il piano lede la sovranità nazionale e agita lo spettro del possibile ingresso di Ungheria di terroristi islamici. Inoltre il parlamento europeo non ha diritto di modulare a piacere suo l’identità culturale e religiosa dell’Europa.

Le stime dicono che nel 2015, prima della costruzione del muro che ha chiuso di fatto i confini al Sud del Paese, sono transitati circa 400 mila migranti, anche se in realtà si trattava soprattutto di un passaggio per arrivare in altri Paesi come Germania e Austria.

Proprio qui sempre il 2 ottobre sono state fissate le nuove elezioni per il ballottaggio nelle presidenziali dopo che la Corte Costituzionale ha annullato quelle del 22 maggio scorso. E anche in questo caso le posizioni dei due candidati, uno di destra e l’altri dei verdi, sui migranti sono decisamente diverse.