Mattarella ha firmato: il decreto Sicurezza è legge. Salvini esulta

L’ultima parola spettava al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Il Capo dello Stato, nell’ultimo giorno utile, ha dato il via libera alla conversione in legge del decreto sicurezza e immigrazione, ormai noto come decreto Salvini, dato che è stato proprio l’attuale ministro dell’Interno a volerne fortemente la realizzazione.

Le opposizioni, in primis il Partito Democratico, hanno aspramente contestato l’impianto del decreto e anche la modalità con cui si è arrivati alla sua approvazione alla Camera e al Senato.

Il governo Conte, infatti, ha preferito porre la questione di fiducia onde evitare “rischi” e tutta la serie di emendamenti, che per Salvini avrebbero stravolto il testo del provvedimento.

“Il presidente della Repubblica – si legge sul sito del Quirinale – ha promulgato la conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 4 ottobre 2018, n. 113, recante disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale e immigrazione, sicurezza pubblica, nonché misure per la funzionalità del ministero dell’Interno e l’organizzazione e il funzionamento dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Delega al governo in materia di riordino dei ruoli e delle carriere del personale delle Forze di Polizia e delle Forze Armate”.

L’approvazione da parte di Mattarella ha fatto subito scattare l’esultanza di Matteo Salvini, che su Twitter ha scritto “Dalle parole ai fatti”. Il responsabile del Viminale dice il vero: sull’isola di Capo Rizzuto sono state già allontanate 24 persone che alloggiavano presso il Cara locale.

Attualmente, però, questi individui non hanno un posto dove andare: un problema largamente palesato dalle opposizioni, in quanto l’Italia non ha ancora chiuso nessun accordo per i rimpatri.

Per farla breve, coloro che contestano la misura sottolineano che il decreto Salvini, oltre ad essere lesivo dei diritti umani, produrrà una maggiore clandestinità.

Problematiche su cui ha dibattuto al suo interno anche il Movimento 5 Stelle. Un’ala dei pentastellati, vicina al presidente della Camera Roberto Fico, ha espresso dure critiche al decreto, suscitando anche una certa irritazione nella Lega (che forma insieme al M5S la maggioranza gialloverde che sostiene il governo Conte, ndr) e in Salvini.

Alla fine, i 18 “dissidenti” hanno ritirato gli emendamenti, ma non è detto che la “forzatura” sul provvedimento non abbia aperto (o allargato) delle crepe.

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