Macerata, 62 braccianti in caserma: sei di loro senza permesso di soggiorno

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Importante azione messa a segno dai Carabinieri della Compagnia di Civitanova Marche, che hanno scoperto un vasto giro dedito a caporalato e sfruttamento di migranti.

I militari, coordinati dal maggiore Enzo Marinelli e coadiuvati dal nucleo carabinieri dell’ispettorato del lavoro di Macerata, hanno effettuato dei controlli speciali nelle campagne del maceratese e del civitanovese in merito alle operazioni volte a contrastare il crescente caporalato nella zona.

Azioni che si sono rese strettamente necessarie dopo che gli approfondimenti investigativi avevano rivelato scenari particolarmente inquietanti.

Grazie al blitz di ieri i sospetti hanno trovato conferma: tra le campagne di Montelupone e Recanati venivano sfruttati sessantadue braccianti agricoli, provenienti da moltissime zone.

Tra loro c’erano persone di nazionalità pachistana, bengalese, indiana, senegalese e nigeriana.

Assieme all’ispettorato del lavoro, venti militari hanno raggiunto i braccianti verso l’ora di pranzo. Alcuni di loro si trovavano in un campo, altri all’interno di una rimessa.

Tutti gli sfruttati sono stati caricati su un furgone e trasportati alla caserma dei carabinieri di Civitanova Marche, dove sono stati condotti i dovuti accertamenti sulle loro posizioni, in particolare sulla regolarità di permanenza in Italia.

La maggior parte dei 62 braccianti risultava sprovvista di diversi documenti, mentre sei di loro avevano il permesso di soggiorno scaduto o negato per “mancato accoglimento dello stato di rifugiato”.

Su tutti i braccianti agricoli sono in corso approfondimenti “anti-caporalato” da parte delle forze dell’ordine, in particolare la verifica dell’effettiva correttezza delle assunzioni, le retribuzioni orarie previste dal contratto di categoria, le misure di sicurezza e il rispetto delle visite mediche.

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