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Sanremo, Luca Delfino non si sente pronto per uscire dal carcere

Luca Delfino, condannato a 16 anni e 8 mesi per aver assassinato nel 2007 Maria Antonietta Multari, dice di essere cambiato molto ma non è ancora maturo per lasciare il carcere.

Il nome di Luca Delfino è tristemente noto alla cronache, non solo quelle locali della Liguria, per aver assassinato Maria Antonietta Multari a Sanremo il 10 agosto 2007, delitto per il quale è stato condannato ad una pena di quasi 17 anni. Oggi però a 38 anni Delfino, attualmente detenuto nel carcere genovese di Pontedecimo, confessa di essere profondamente cambiato.

Come riporta ‘Il Secolo XIX’, partecipando ad un incontro pubblico voluto dalla Regione e in particolare dall’assessore alla Cultura (ed ex giornalista di cronaca nera) Ilaria Cavo, Luca Delfino si è presentato in maniera decisamente diversa da come tutti lo ricordavano: capelli molto corti, sguardo dimesso e una anonima tuta blu.

Si trattava di un incontro, all’interno delle mura del carcere, organizzato proprio nella sezione che ospita una serie di uomini condannati in via definitiva per reati contro le donne e i minori e tra loro anche Delfino.

È rimasto in silenzio per tutto il dibattito, al quale ha partecipati anche il noto criminologo Massimo Picozzi, ma alla fine ha voluto dire la sua: “Quel Luca Delfino che conoscevate non c’è più, è morto. Nei primi anni in carcere non riuscivo nemmeno a capire che cosa avevo fatto, ma la religione mi ha aiutato, sono davvero cambiato”.

Un cambiamento testimoniato direttamente all’assessore Cavo che in passato, quando lavorava come giornalista per Mediaset, si era occupata direttamente del suo caso e delle accuse che gli venivano mosse.

A lei Delfino ha confessato di sentirsi un uomo profondamente diverso, di aver cominciato un percorso personale che lo ha fatto cambiare molto anche se capisce benissimo da solo di non essere pronto nemmeno per la semilibertà.

Ecco perché non chiede di uscire dal carcere ma si sta preparando per essere pronto quando succederà. “La religione in questi anni mi ha permesso di capire tutti gli errori della mia vita”, conclude.

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