Lombardia, gli irregolari sono 112.000. Ma negli ultimi 20 anni calo costante

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Quanti sono in tutto gli stranieri presenti irregolarmente, ovvero sprovvisti di permesso di soggiorno, nel territorio italiano?

E’ una cifra molto difficile da calcolare con una certa precisione, anche perchè non sono pochi gli irregolari che “sfuggono” al controllo.

Tuttavia, a livello regionale si sta tentando di fornire una stima più o meno aderente alla realtà.

E’ il caso della Lombardia, con l’Osservatorio regionale per l’integrazione e la multietnicità (Orim) che sta per fornire i dati riguardanti il 2019 e che il Sole 24 Ore è riuscito a pubblicare in anteprima.

Nella regione lombarda gli stranieri irregolari sono 111.800, un numero che non ha subito sostanziali variazioni nell’ultimo anno: l’ultima stima risale infatti al 1 luglio 2018.

Di questi 111.800 stranieri senza permesso di soggiorno, l’indagine condotta dall’Orim rivela che la comunità più numerosa è quella marocchina, con circa diecimila unità.

Sfiorano quota 10.000 gli albanesi, che si fermano a 9.690 unità. Sono invece poco meno di 9.000 gli egiziani, di cui circa 7.000 domiciliati a Milano o comunque nella città metropolitana milanese.

Nutrita anche la comunità ucraina, con 7.590 persone, di cui buona parte colf e badanti che prestano servizio nel settore domestico (uno degli ambiti interessati dalla recente regolarizzazione introdotta dal governo Conte nel DL Rilancio, ndr).

Lo studio dell’Osservatorio regionale per l’integrazione e la multietnicità rivela anche quali sono le comunità di stranieri con meno permessi di soggiorno.

Un nigeriano su cinque (il 19%) vive irregolarmente in Lombardia, e lo stesso vale per gli stranieri che provengono dall’Eritrea. Subito dietro troviamo il Gambia, con il 17% di irregolari.

Va comunque sottolineato che negli ultimi 19 anni il tasso di irregolarità nei cittadini stranieri che vivono in Lombardia è progressivamente diminuito.

Nel 2001 l’incidenza dei soggetti sprovvisti di permesso di soggiorno era del 21%, oggi invece siamo all’8% (il 10% nella città metropolitana di Milano).

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