Le tolgono il permesso di soggiorno: nigeriana fa ricorso alla giustizia amministrativa e vince

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permesso di soggiorno

Una commerciante ambulante ha vinto la sua battaglia e ha ottenuto di nuovo il permesso di soggiorno che le era stato precedentemente negato.

E’ la storia di Rosemary Omouhimwen, un’ambulante nigeriana che risiede in Italia dal 1994 ed è in possesso di un regolare permesso di soggiorno dall’8 gennaio del 1999.

Il 22 marzo 2016, il TAR del Piemonte aveva emesso una sentenza che impediva il rinnovo del permesso di soggiorno per la commerciante ambulante.

Come spiega il quotidiano “La Stampa”, la richiesta di rinnovo, avanzata dalla donna, era stata respinta perchè dai tabulati dell’Inps risultava che l’immigrata non aveva percepito redditi da attività lavorativa dal 2014.

Inoltre, come riportato dallo storico quotidiano piemontese, la commerciante ambulante nigeriana si era iscritta alla Camera di Commercio di Novara il 2 dicembre 2015 come commerciante al dettaglio di articoli di abbigliamento e per la casa, ma dal 2013 non aveva svolto alcuna attività lavorativa.

Non solo: la richiesta di rinnovo non era possibile anche perchè la donna non aveva presentato alcuna dichiarazione dei redditi all’Agenzia delle Entrate.

La documentazione presentata dall’ambulante il 4 marzo 2016, relativa ai redditi del mese di dicembre 2015, è stata giudicata irrilevante perchè “non idonea a comprovare la produzione di un reddito imponibile ai fini fiscali”.

La nigeriana non si è data per vinta, e ha subito presentato ricorso al TAR del Piemonte (respinto) e successivamente al Consiglio di Stato.

Qui il suo appello è stato accolto: è stato infatti dimostrato che la commerciante ambulante era stata già regolarizzata nel 2012 come collaboratrice domestica.

Secondo il Consiglio di Stato, se nel frattempo la donna aveva perso il lavoro la Questura avrebbe dovuto rilasciarle un nuovo permesso di soggiorno per ricerca di una nuova occupazione, invece di negarle la documentazione per assenza di reddito minimo.

In ultimo, il magistrato ha fatto notare che la nigeriana si trovava in Italia già da 25 anni: pertanto aveva pienamente il diritto al permesso di soggiornante di lungo periodo.

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