Le famiglie italiane fanno a meno di colf e badanti: tantissimi posti di lavoro a rischio

La diffusione della pandemia di coronavirus e la conseguente crisi economica ha costretto le famiglie italiane ad operare dei tagli per salvaguardare il bilancio.

In attesa degli aiuti economici promessi dal governo Conte, che stentano ad arrivare, la maggior parte dei nuclei familiari sta rinunciando a qualcuna delle proprie spese, tagliando quelle “non essenziali”.

Tra queste sembra rientrino anche le spese per colf e badanti, come denunciato Lorenzo Gasparrini, segretario generale di Domina, Associazione nazionale famiglie datori di lavoro domestico.

Sebbene il settore domestico rientri nella regolarizzazione inserita dal governo nel DL Rilancio (recentemente approvato in Parlamento, ndr), per Gasparrini il rilancio deve passare attraverso una riforma fisica e sociale “in linea con i principi della convenzione Ilo 189”.

“Le famiglie hanno tagliato le spese non essenziali comprese quelle per colf e badanti – dice Gasparrini all’Adnkronos – Molti lavoratori migranti sono tornati a casa. Il nostro Paese non ha messo in campo misure di sostegno sufficienti per consentire alle famiglie di mantenere i contratti in essere e continuare a pagare i lavoratori“.

E’ lo stesso segretario generale di Domina ad evidenziare come la pandemia di coronavirus abbia messo a rischio il posto di lavoro per 55 milioni di lavoratori domestici in tutto il mondo, circa tre quarti del totale. Il motivo è la mancanza delle coperture previdenziali da parte dei vari Paesi.

Gasparrini sottolinea poi un altro dato che deve far riflettere: la maggior parte di questi lavoratori (37 milioni) sono donne.

“La regione più colpita – spiega – è il sud-est asiatico e Pacifico con il 76% dei lavoratori a rischio, seguito dalle Americhe (74%), Africa (72%) ed Europa (45%). Il problema è comune a tutti i continenti”.

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