La regolarizzazione migranti salva anche l’agricoltura abruzzese

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La regolarizzazione dei migranti consentirà di salvare il settore agricolo, che rischiava il tracollo a causa della pandemia di coronavirus e della conseguente mancanza di lavoratori stagionali.

Anche in Abruzzo gli effetti benefici della misura introdotta dal governo Conte si faranno sentire, come sottolinea il presidente di Coldiretti L’Aquila, Angelo Giommo.

Nella regione abruzzese è soprattutto l’area del Fucino, nella Marsica, a necessitare di manodopera, dato che è ormai imminente la nuova semina e il raccolto estivo.

“Si intravede un orizzonte più chiaro anche per il Fucino – chiarisce Giommo – l’apertura delle frontiere italiane ai cittadini europei non solo favorirà il turismo ma salverà anche i raccolti delle campagne abruzzesi con il ritorno di migliaia di lavoratori stagionali comunitari provenienti da Romania, Polonia e Bulgaria e altri Paesi europei rimasti bloccati dalla chiusura dei confini per l’emergenza Coronavirus”.

Giommo saluta con soddisfazione anche la decisione di riaprire le frontiere dal prossimo 3 giugno. In questo modo potranno arrivare in Italia molti cittadini dei paesi UE disposti a lavorare nei campi. “L’apertura ai cittadini europei consente di garantire professionalità ed esperienza alle imprese agricole italiane – aggiunge il presidente di Coldiretti L’Aquila – grazie al coinvolgimento temporaneo delle medesime persone che ogni anno attraversano il confine per un lavoro stagionale per poi tornare nel proprio Paese”.

E’ proprio la Coldiretti a precisare che ogni anno nel Fucino vengono impiegati circa 3.500 lavoratori regolari che arrivano dall’estero. “Siamo all’inizio del periodo più importante per il lavoro nelle campagne del Fucino, si apre uno spiraglio ma non bisogna abbassare la guardia”, le parole di Giommo, che sottolinea come non si fosse mai verificata finora un’emergenza di tali proporzioni.

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