La Camera vota la fiducia, approvato il decreto sicurezza. Salvini esulta

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salvini decreto

Il decreto sicurezza, fortemente voluto da Matteo Salvini, ha praticamente concluso il suo iter parlamentale. Dopo aver ottenuto l’ok dall’Aula del Senato grazie al voto di fiducia, il provvedimento è passato anche alla Camera con il medesimo strumento. Il voto finale è atteso tra stasera e domani.

A votare a favore del decreto Salvini sono stati i deputati del Movimento 5 Stelle e della Lega, le due forze politiche che compongono la maggioranza “gialloverde” che sostiene il governo Conte. Tuttavia, stando a quanto emerso dai tabulati della Camera, ad esprimere fiducia nei confronti dell’esecutivo sono stati anche tre deputati del Gruppo Misto: si tratta di Salvatore Caiata, Antonio Tasso e Catello Vitiello. La maggioranza alla Camera può quindi contare su 346 voti a favore, 30 in più del necessario.

Al contrario, tutte le opposizioni hanno votato il “no” alla fiducia: Forza Italia, PD e LeU, quindi, ma anche Fratelli d’Italia, sebbene il partito guidato da Giorgia Meloni strizzi spesso l’occhio all’ala più sovranista e “destrorsa” del governo Conte.

L’approvazione del decreto è stata salutata con grande soddisfazione dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che già in mattinata aveva assicurato la bontà dell’impianto: “La cosa importante é approvare un decreto che porta più sicurezza alle città di Italia – aveva detto Salvini – dà più potere ai sindaci, stronca il business dell’immigrazione clandestina, aumenta i poteri della lotta antimafia e antiracket”.

Ma l’approvazione del decreto Salvini rischia comunque di lasciare degli strascichi all’interno della maggioranza gialloverde. Come noto, una parte del M5S vicina a Roberto Fico aveva espresso forti perplessità su alcuni passaggi del provvedimento, tanto da presentare inizialmente 18 emendamenti, poi ritirati. Tra i pentastellati c’è un certo malumore per aver dovuto “digerire” i diktat di Salvini, che aveva minacciato scenari foschi nel caso il decreto non fosse giunto ad approvazione alla Camera entro il 3 dicembre.

La scelta di porre la fiducia, “cassando” così i circa 500 emendamenti al decreto, ha mandato su tutte le furie il Partito Democratico, che ha parlato apertamente di “farsa”, accusando il Movimento 5 Stelle di essersi “completamente venduto a Salvini e alla Lega”.

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