velo islamico

In tutto il mondo, anche per il milione di musulmani che stanno in Italia, il 12 settembre ricorda il mancato sacrificio da parte di Abramo ed è tradizione sacrificare un animale

Il 12 settembre per gli islamici corrisponde al decimo giorno del mese lunare Dhu al Hijjah (la Festa del Sacrificio), una delle più importanti per quella religione, celebra la prova superata da Abramo che è considerato dall’Islam il padre del monoteismo.

In questo giorno si ricorda prova di Abramo (inserita anche nel Corano) che obbedisce all’ordine di immolare il figlio anche se prima del sacrificio vero e proprio riceva del cielo un montone da sacrificare. L’unica differenza tra il Corano e il libro della Genesi cristiana sta nel fatto che per il primo il figlio da immolare è Ismaele, per il secondo invece Isacco.

La festa in questione viene anche chiamata Eid Qurban che vuole dire Sacrificio, ma significa soprattutto ‘vicinanza’ e quindi rappresenta l’avvicinamento al Signore.

Sono molti i riti della festa, in comune tra sunniti e sciiti, a cominciare da una preghiera collettiva seguita dal sermone che deve toccare sia le questioni religiose ma anche l’attualità politico-sociale della comunità.

Il gesto principale è il sacrificio di una pecora, un montone, un agnello o un cammello per chi se lo può permettere, oppure ancora un pollo che è anche meno costoso, donando la carne ai poveri e ai bisognosi. Un rito che però nei Paesi occidentali viene ormai contestato, non solo dalle associazioni per la difesa dei diritti degli animali, perché ritenuto un sacrificio inutile, anche se lo scopo è quello di permettere ai più disagiati almeno per un giorno di mangiare carne.

Lo scorso anno, proprio in questo giorno, a La Mecca si verificò un tragico incidente nel quale morirono quasi 2400 persone, travolte dalla folla. Ecco perché l’Iran, che nel 2015 ha registrato ben 464 persone morti in quella tragedia, ha deciso di non far viaggiare i propri pellegrini.

In Italia invece vive oltre un milione di musulmani e a Bari il Comune ha concesso per la festa l’uso dello Stadio della Vittoria che ospiterà la preghiera e la festa anche se non potranno avvenire macellazioni. Ma secondo l’Aidaa (Associazione italiana difesa animali ed ambiente) saranno almeno 600 mila gli animali sacrificati nel nostro Paese.

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