Interprete marocchina rifiutata in palestra perché indossa l’hijab

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Velo e la Palestra Storie di discriminazione

Hijāb è un particolare capo di abbigliamento femminile, comunemente detto il velo islamico, una foggia di velo che adempie alla velatura minima delle donne musulmane secondo il comune sentire religioso.

Evidentemente in questo periodo di intolleranza religiosa questo capo di abbigliamento non è gradito a tutti.

La risposta di un titolare di una palestra privata di Mirandola è stata perentoria : “Mia la palestra, mie le regole” “Non iscrivo Batman o suore”, chiaramente riferendosi al Hijāb indossato dall’interprete italiana di origine magrebina in Italia da vent’anni.

mediatrice culturale

La giovane ha precisato “Il titolare della palestra ha rifiutato l’iscrizione poiché mi vesto in modo poco occidentale”.

“Ho chiesto chiarimenti ed ha risposto che nella sua palestra non iscrive Batman o suore, alludendo al velo Hijāb che copre il mio capo, ma senza indicarlo in modo diretto”

“Conosco la legge, la Costituzione e i suoi principi e i suoi precetti, e ciò che mi è successo non ha scusanti”.

La ragazza però soggiunge che questa brutta storia “non caratterizza Mirandola, la mia Mirandola, e i suoi abitanti”

“È difficile descrivere la mia sensazione, un misto di rabbia, delusione e tristezza. Vorrei condividere questo episodio con lei e denunciare questo atto di razzismo inspiegabile“.

Khadija è laureata in Lingue e Letterature Straniere e in Relazioni internazionali, ha lavorato come educatrice ed è attualmente interprete e mediatrice culturale.

Il Comune di Mirandola ha già anticipato che farà ogni passo necessario per le azione che Khadija intendesse intraprendere a tutela dei suoi diritti.

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