In aumento le aggressioni ai medici stranieri: +35% negli ultimi 3 anni
Le aggressioni nei confronti dei medici stranieri sono in netto aumento.
A rivelarlo è il dipartimento della gioventù e seconda generazione dell’Associazioni medici di origine straniera in Italia (Amsi) che rappresenta i professionisti della sanità giovani di origine straniera con circa 5000 medici sotto i 35 anni.
Nella nota stampa in cui il Dipartimento ringrazia il ministro della Sanità, Roberto Speranza, per l’impegno volto all’aumento delle borse di specializzazione e al miglioramento del trattamento economico per i medici, viene tuttavia espresso anche un certo rammarico “per non aver trovato ad oggi ne’ proposte ne’ soluzioni riguardo l’obbligo della cittadinanza per poter sostenere i concorsi pubblici per i medici stranieri e affrontare le discriminazioni e aggressioni razziste nei confronti del medici e professionisti stranieri”.
Gli ultimi dati rivelano infatti che negli ultimi 3 anni le aggressioni nei confronti dei medici stranieri sono aumentate del 35%.
Nel 2019 sono giunte all’AMSI oltre 300 segnalazioni da tutte le regioni italiane, con un evidente “picco” in Lombardia, Trentino e Veneto.
Il presidente dell’Amsi e Membro del Gruppo Salute Globale Fnomceo, Foad Aodi, precisa che la burocrazia va spesso a “soffocare” l’attività professionale dei medici e dei professionisti stranieri, che devono oltretutto fare i conti con problematiche come il permesso di soggiorno e il richiesto livello di certificazione di lingua italiana C1 che comporta inevitabilmente costi elevati e un certo periodo di tempo per l’ottenimento.
Condizioni che ogni anno spingono sempre più medici a lasciare il nostro Paese. Foad Aodi rivela che circa 4.000 medici lasciano l’Italia ogni anno “per una meta migliore dal punto di vista economico”.
Autore esperto di immigrazione, stranieri e di tematiche relative alla cittadinanza