Il pacchetto sicurezza presto in Parlamento: stretta sull’immigrazione

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L’ultima diretta Facebook di Matteo Salvini è stata molto seguita dai fan del leader della Lega e ministro dell’Interno del governo Conte.

In circa venti minuti Salvini ha ribadito la sua posizione “anti-migranti”, confermando l’impossibilità di sbarcare sulle coste italiane per i 177 migranti che si trovano a bordo della nave “Diciotti”, al momento situata davanti al porto di Catania.

Nel corso della diretta, Salvini ha anche annunciato per l’ennesima volta l’arrivo del decreto sicurezza, noto anche come il “pacchetto Salvini” che riguarda proprio il capitolo immigrazione.

Tra pochi giorni la bozza diventerà definitiva, e probabilmente approderà in Parlamento non appena le Camere riprenderanno le attività: presumibilmente se ne comincerà a discutere già nelle prime sedute di settembre.

Il decreto sicurezza di Salvini non dovrebbe avere problemi in Parlamento, vista la maggioranza di cui gode il governo formato dal Movimento 5 Stelle e la Lega.

Resta da vedere se i pentastellati daranno il loro ok a tutto l’impianto del pacchetto sicurezza 2018, che stando alle voci pare sarà caratterizzato da nove indicazioni normative.

Alcuni dettagli del nuovo decreto sono stati illustrati dal sottosegretario Nicola Molteni durante un’intervista rilasciata a Radio 24 lo scorso 17 agosto.

In particolare, Molteni ha sottolineato la necessità di allungare i tempi del trattenimento degli irregolari nei Cpr (centri per i rimpatri, ndr) per svolgere tutte le procedure di identificazione necessarie per rimpatriare i migranti.

Si passerà quindi dagli attuali 90 a 180 giorni: in sostanza si tratta di un ritorno ai centri di identificazione ed espulsione dell’era Maroni che già avevano suscitato diverse polemiche.

Oltre a questo aspetto, il decreto prevede che venga ampliata la lista dei reati che fanno scattare il rifiuto o la revoca della protezione internazionale.

Non solo: il pacchetto sicurezza che Matteo Salvini porterà in Parlamento prevede anche che un migrante non possa più fare ricorso sulla domanda di protezione dopo aver svolto fino al completamento l’iter per la prima volta.

Infine, alcuni servizi comunali oggi previsti per i richiedenti asilo potrebbero cambiare: ad esempio, si sta pensando di eliminare la carta d’identità per sostituirla con un analogo documento di riconoscimento e identificazione.

 

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