Il gruppo di Visegrad: l’alleanza anti-immigrazione

La recente azione diplomatica del premier italiano, Giuseppe Conte, è servita a convincere molti stati Europei a procedere per la ridistribuzione dei migranti presenti sulla nave sbarcata a Pozzallo, con oltre 450 migranti a bordo.

Un atteggiamento dialogante, quello di Conte, che ha convinto paesi come la Spagna, il Portogallo, Malta e soprattutto la Germania a farsi carico di 50 migranti a testa.

Il governo ha quindi scelto la strada della diplomazia, dopo le settimane all’insegna dello scontro: era stato il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, a far valere la politica del muro contro muro, impedendo l’approdo sulle coste italiane di alcune navi ONG, come l’Aquarius e la Lifeline.

Nonostante l’approccio differente adottato da Conte, il leader della Lega si è congratulato con il premier, ma al tempo stesso ha rimarcato delle posizioni politiche che si avvicinano molto a quelle del cosiddetto gruppo di Visegrad.

Il gruppo di Visegrad

Ma di cosa si tratta esattamente?  Il gruppo di Visegrad è quell’alleanza tra quattro Paesi – Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia e Polonia – che si è costituita nel 1991, all’indomani della caduta dell’Unione Sovietica, e che prende il nome da Visegrad, una cittadina ungherese dove è stato stipulato l’accordo.

All’inizio, il gruppo di Visegrad era nato per rafforzare la cooperazione tra questi Paesi, ma nel corso degli anni ha assunto un atteggiamento sempre più critico nei confronti dell’immigrazione, abbracciando posizioni sovraniste ed euroscettiche.

Nonostante ciò, i 4 paesi hanno fatto il loro ingresso nell’Unione Europea il primo maggio 2004, anche se solo la Slovacchia ha deciso di adottare l’euro come moneta.

Il leader del gruppo di Visegrad è Viktor Orban, leader ungherese, molto criticato anche in patria per aver impresso una svolta autoritaria introducendo profonde modifiche alla costituzione ungherese.

Orban è il premier che ha espresso con più forza posizioni anti-immigrazione: basti pensare che nel 2015 l’Ungheria ha costruito un muro al confine con la Serbia e nel 2018 il governo ha sostenuto una legge che vieta di aiutare i migranti irregolari che cercano di ottenere asilo nel paese.

La politica anti-immigrazione del gruppo di Visegrad

La politica anti-immigrazione del gruppo di Visegrad ha “sedotto” anche l’Austria, guidata dal giovane premier Sebastian Kurz, schierato fortemente a destra.

Con l’Italia il gruppo di Visegrad ha sempre avuto rapporti molto difficili, ma con l’avvento del governo Conte, composto da Movimento 5 Stelle e Lega, le cose sembrano molto diverse.

Orban ha ottimi rapporti con Salvini, che ha più spesso ribadito di voler cambiare l’Europa insieme al premier ungherese.

Inoltre, Orban è ritenuto un vero e proprio modello da Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, forza che non fa parte della maggioranza di governo ma che condivide pienamente l‘approccio anti-migranti del responsabile del Viminale.

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