Il Decreto Salvini, stretta su parcheggiatori abusivi e accattonaggio

Matteo Salvini può esultare. Il decreto sicurezza e immigrazione, fortemente voluto dall’attuale ministro dell’Interno, ha ottenuto il via libera dal Senato, dove il governo Conte ha posto la questione di fiducia. I voti favorevoli sono stati 163, mentre quelli contrari 59 (19 le astensioni).

Il Senato ha quindi approvato l’emendamento interamente sostitutivo del ddl di conversione, che introduce delle modifiche al testo del decreto-legge.

Un passaggio tutt’altro che semplice, dato che negli ultimi giorni si sono sollevate diverse polemiche in merito alla misura.

Oltre alle fortissime critiche da parte del Partito Democratico e dal mondo della sinistra, anche un’ala del Movimento 5 Stelle si è schierata apertamente contro il decreto Salvini, suscitando una certa irritazione nel leader della Lega e anche all’interno dei pentastellati.

Anche per questo motivo, il governo Conte ha scelto di porre la fiducia per evitare rischi. Ma quali sono esattamente le principali disposizioni che sono state introdotte con l’emendamento ?

Tanto per cominciare viene introdotto il reato di “esercizio molesto dell’accattonaggio” (art. 669 bis c.p.), che prevede l’arresto da 3 a 6 mesi e l’ammenda da 3.000 a 6.000 euro per “chiunque esercita l’accattonaggio con modalità vessatorie o simulando deformità o malattie o attraverso il ricorso a mezzi fraudolenti per destare l’altrui pietà”.

Inoltre, è prevista una stretta nei confronti dei parcheggiatori abusivi: si parte da una sanzione amministrativa pecuniaria da 771 a 3.101 euro, ma in caso di recidiva o di impiego di minori l’illecito diventa reato contravvenzionale e viene pertanto punito con l’arresto da 6 mesi a 1 anno, con tanto di ammenda da 2.000 a 7.000 euro e la confisca delle somme percepite.

Un’altra novità molto interessante è quella che riguarda il “Daspo” nei locali pubblici. In caso di disordini negli esercizi pubblici e nei locali di intrattenimento, le persone ritenute responsabili subiranno il divieto di accesso ai locali in questione per un periodo di tempo che va dai 6 mesi ai 2 anni.

Infine, oltre ad importanti stanziamenti per il miglioramento della sicurezza e funzionalità delle strutture penitenziarie, il decreto introduce il concetto di “paesi di origine sicuri” in riferimento alla protezione internazionale. In caso il richiedente provenga da uno di questi Paesi, la domanda verrà ritenuta infondata e di conseguenza respinta.

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