Il Covid-19 colpisce meno gli stranieri? Rezza (ISS): “Una fake news, ecco i dati”

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La percentuale di stranieri colpiti dal Covid-19 è effettivamente più bassa rispetto a quella che riguarda la popolazione italiana o si tratta di una delle tante fake news sul coronavirus?

Nelle settimane di “lockdown” si è discusso anche di questo, ovvero di un contagio che sembrava interessare in maniera minore i migranti, e più in generale la popolazione straniera. Qualcuno ha provato anche ad avanzare delle ipotesi, ma niente di concreto.

Giovanni Rezza, direttore Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità (Iss), ha riferito nel dettaglio i dati relativi al contagio da coronavirus nei cittadini stranieri. Durante la conferenza stampa, Rezza ha infatti provato a chiarire meglio questo aspetto, precisando che gli italiani colpiti dal Covid-19 “sono di età più avanzata rispetto agli stranieri, indipendentemente dall’area di provenienza”.

Il coronavirus ha infatti riguardato soprattutto quella fetta della popolazione straniera che va dai 30 ai 64 anni. La “fascia media”, come la definisce Rezza, spiegando che il Covid-19 ha raramente interessato stranieri molto anziani o molto giovani.

In tutto, i casi di coronavirus notificati tra gli stranieri sono 6.395. Rezza, come già fatto qualche giorno fa parlando sempre del contagio tra stranieri, ha precisato che questa curva “appare spostata verso destra, come se si fossero infettati dopo, o come se la diagnosi arrivasse in ritardo”. Il motivo è probabilmente da ricercare nel ritardo nell’accesso ai servizi sanitari.

“Possiamo confutare l’potesi che ha circolato della differenza nel rischio di infezione tra italiani e stranieri, soprattutto che questi ultimi siano protetti dall’infezione – chiarisce il direttore Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità (Iss) – Il rischio di ospedalizzazione rispetto a un italiano vediamo che negli stranieri è 1,4 volte più elevato rispetto agli italiani. Anche rispetto all’accesso alla terapia intensiva il dato è più alto negli stranieri”.

Questi dati, conclude Rezza, chiariscono come “uno straniero che ha una malattia meno grave ha una più bassa possibilità di essere notificato”.

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