Due mesi fa il governo italiano, per voce del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, aveva tranquillizzato l’Europa sul Global Compact for Migration, ovvero sul documento ONU sull’immigrazione.

L’Italia, insomma, aveva garantito che avrebbe sottoscritto il documento.

Nemmeno 60 giorni dopo, l’esecutivo ha fatto dietrofront: è stato lo stesso premier Conte a motivare la scelta, affermando la necessità di “parlamentarizzare il dibattito” e di rimettere le scelte definitive “all’esito di tale discussione”.

“Il Global Migration Compact – ha spiegato il presidente del Consiglio – è un documento che pone temi e questioni diffusamente sentiti anche dai cittadini”.

Tuttavia, il testo del documento ONU non è cambiato di una virgola rispetto a due mesi fa, pertanto non è chiaro cosa ha spinto il governo italiano a rivedere le proprie posizioni in merito.

Un atteggiamento di diffidenza che si evince anche dal fatto che il summit indetto per sottoscrivere l’accordo, in programma a Marrakech, in Marocco, fra il 10 e l’11 dicembre, vedrà l’Italia assente.

Ma cos’è esattamente il Global Compact for Migration ?

Si tratta, come accennato, di un documento redatto dall’ONU per stabilire alcune linee guida nella gestione dell’immigrazione e dell’accoglienza dei richiedenti asilo. Un testo che s basa molto sulle indicazioni fornite da studiosi, operatori e funzionari.

Il documento, che non è in alcun modo vincolante, propone il raggiungimento di alcuni obiettivi che sono già previsti da alcune norme che fanno parte del diritto internazionale, come ad esempio “ridurre le vulnerabilità dei migranti” e “combattere il traffico degli esseri umani”.

Inoltre, si punta ad una maggiore cooperazione tra gli stati europei per gestire al meglio il flusso migratorio, rimarcando anche la necessità di qualche proposta politica più incisiva. Francia e Germania hanno già assicurato che firmeranno il documento ONU; tra i contrari, manco a dirlo, ci sono Ungheria, Polonia e Slovacchia, che hanno sempre espresso una posizione di contrarietà al fenomeno migratorio.

Due mesi fa il ministro degli Esteri, Moavero Milanesi, parlava di Marrakech come “appuntamento di importanza fondamentale”, tanto che lo stesso ufficio stampa dell’ONU aveva riportato il “sì” di Conte al Global Compact for Migration.

Ma prima la risoluzione presentata il 26 novembre dal capogruppo della Lega alla commissione Esteri della Camera, Paolo Formentini – che chiedeva al governo di non sottoscrivere il documento – e successivamente l’intervento di Salvini due giorni dopo – che ha ribadito la necessità di parlamentarizzare il dibattito – ha cambiato le carte in tavola.

Una presa di posizione che ha di nuovo alimentato malumori nel Movimento 5 Stelle, dove già aleggia un clima “teso” in seguito alla questione di fiducia posta sul decreto Salvini. Fortissime critiche, invece, da parte del PD.

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