Ghassan, fine di un incubo. Il 31 gennaio diventerà cittadino italiano

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Nel 2013 aveva dovuto rinunciare a rappresentare l’Italia nei campionati mondiali per assenza di una legge che potesse consentirgli di ottenere la necessaria cittadinanza italiana.

Ora finalmente l’incubo di Ghassan Ezzarraa sta per terminare. La promessa dell’atletica riceverà la cittadinanza italiana il prossimo 31 gennaio: la cerimonia di conferimento si terrà nella Sala del Tricolore del Comune di Reggio Emilia, e a consegnare la cittadinanza a Ghassan – che oggi ha 23 anni, ndr – sarà proprio il sindaco reggiano, Luca Vecchi.

Il primo cittadino di Reggio Emilia ha voluto pubblicare un post sul suo profilo Facebook proprio per annunciare questo importante evento. “Per lui la cittadinanza non è solo un traguardo, ma anche un onore e una responsabilità. E sono tantissimi i ragazzi in attesa nella sua condizione”, ha scritto Luca Vecchi.

Il caso di Ghassan era finito su tutte le testate nazionali e aveva fatto molto discutere. Il giovane è arrivato dal Marocco all’età di 5 anni assieme alla madre e alla sorella più piccola: tutti e tre avevano deciso di venire in Italia per ricongiungersi al papà che si trovava già qui da noi.

Ghassan fin da piccolo si è appassionato all’atletica, e sei anni fa coltivava il sogno di partecipare ai Mondiali. Sogno durato poco, dato che Ghassan non era un cittadino italiano. Negli anni successivi il ragazzo ha continuato a lottare per ottenere quella documentazione che lo avrebbe fatto diventare italiano a tutti gli effetti e gli avrebbe permesso di gareggiare nelle competizioni internazionali in rappresentanza del nostro Paese.

Il decreto sicurezza, fortemente voluto dall’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini e approvato dal precedente governo “gialloverde”, aveva raddoppiato i tempi della procedura (da 24 a 48 mesi), tanto che Ghassan temeva che la sua richiesta venisse nuovamente bloccata. Fortunatamente, il clamore della notizia ha fatto sì che questo ragazzo vivesse un “lieto fine”, ma la storia di Ghassan dimostra una volta di più quanto sia ormai necessaria una legge in merito.

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