Funzionari UE britannici, dopo la Brexit il passaporto belga ?

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brexit UK inghilterra unione europea

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I tempi della Brexit non sono ancora certi, anche se il processo dell’uscita da parte della Gran Bretagna dall’Unione Europea è cominciato.

Ma cosa succederà ai funzionari europei di nazionalità britannica, che sono circa un migliaio, quando l’addio sarà concreto?

Rimarranno senza lavoro, visto che la loro Madre Patria esce formalmente dall’UE, oppure sono comunque destinati a rimanere in servizio come è stato sino ad oggi con una soluzione di compromesso?

In effetti anche dopo il voto del referendum che ha sancito l’avvio della Brexit cittadinanza questi funzionari hanno continuato a lavorare a Bruxelles come dipendenti dell’Unione Europea, grazie anche all’accordo siglato con il governo britannico che fino ad oggi ha comunque garantito la copertura finanziaria per gli stipendi.

Potrebbe essere così anche in futuro, ma resta un problema di fondo: con la Gran Bretagna fuori dall’Unione, che senso potrebbe avere la presenza dei funzionari britannici ancora nei palazzi del potere continentale ?

L’unica soluzione praticabile è quella che prendano la cittadinanza belga, diventando così europei a tutti gli effetti.

Sulla carta è il rimedio ideale, ma negli ultimi mesi la Gran Bretagna ha bocciato la richiesta della naturalizzazione presentata da alcuni funzionari europei che sono ormai integrati nella loro nuova realtà belga: vivono lì quasi tutto l’anno, lì hanno portato le loro famiglie e sono in pratica belgi di fatto pur mantenendo la loro nazionalità originaria.

Una situazione che di recente è stata anche ricordata da Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione Europea, che in una seduta del Parlamento Europeo alla quale ha partecipato anche il premier belga Charles Michel, gli ha ricordato come il suo Paese sia maestro nell’ospitalità anche nei confronti dei cittadini stranieri ma comunitari che rappresentano l’UE.

E l’ha invitato a prendere una decisione definitiva sui funzionari britannici normalmente impiegati a Bruxelles, in modo che si accelerino le pratiche per la loro cittadinanza belga, anche se per il lavoro che fanno sono considerati alla stregua dei diplomatici, quindi non godono della residenza legale nel Paese ma al tempo stesso non sono obbligati a pagare lì le loro tasse.

Per il momento il primo ministro belga ha preso tempo, ammettendo che le leggi in materia sono di difficile interpretazione, ma è facile immaginare che nei prossimi mesi e comunque prima che la Brexit diventi definitiva si riuscirà a trovare un rimedio logico.

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