Ferrara, buoni spesa devono essere garantiti a tutti gli stranieri

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Il Comune di Ferrara ha stabilito dei criteri discriminatori e deve quindi porre rimedio.

E’ quanto stabilito dal Tribunale ferrarese, che ha specificato come i criteri adottati dall’Amministrazione della città di Ferrara per l’assegnazione dei buoni spesa in seguito all’emergenza coronavirus abbiano caratteristiche discriminatorie.

Tra i requisiti inseriti dal Comune di Ferrara per l’ottenimento del buono spesa spiccavano la residenza nel comune ferrarese e il possesso del permesso di soggiorno per le persone extracomunitarie.

Requisiti che sono stati subito contestati dall’Associazione degli Studi giuridici sull’immigrazione (Asgi) e da diversi sindacati e associazioni del territorio, come riportato anche dal quotidiano online “Il Post”.

Contestazione che si è tramutata velocemente in un ricorso, successivamente accolto dal Tribunale di Ferrara. Nel dispositivo viene infatti ordinato all’amministrazione comunale di riformulare i criteri di assegnazione dei buoni spesa.

La misura di sostegno, infatti, deve tenere presente solo la condizione di disagio economico e la domiciliazione nel territorio comunale, senza ordine di priorità tra cittadini italiani, appartenenti all’Unione Europea o extracomunitari.

“L’assistenza e la solidarietà sociale devono, dunque, essere riconosciute non solo al cittadino, ma anche allo straniero”, chiarisce il giudice del Tribunale di Ferrara, Mauro Martinelli.

Sentenza che ovviamente non è andata già al sindaco di Ferrara, Alan Fabbri. Il primo cittadino ha definito questa decisione “assurda”, parlando addirittura di “attacco all’Italia e alle categorie di persone che hanno sempre lavorato e pagato le tasse, e che mantengono già a proprie spese i richiedenti asilo da troppo tempo”.

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