Falsi contratti di lavoro per i permessi di soggiorno, in 60 a processo. Nei guai anche 8 imprenditori italiani

permesso di soggiorno proroga 15 giugno

Una rete molto dettagliata, che consentiva di aggirare i controlli della Questura violando tutte le norme che regolano l’immigrazione.

Sono 60 le persone finite a processo – più altre due già giudicate separatamente, ndr – per aver stipulato falsi contratti di lavoro a cittadini stranieri. L’obiettivo dell’associazione a delinquere era ovviamente quello di garantire il permesso di soggiorno agli extracomunitari, dietro pagamento di ingenti somme di denaro.

Tra i sessanta che dovranno rispondere davanti al giudice ci sono una cinquantina di persone di nazionalità straniera, la maggior parte provenienti da Marocco, Tunisia e Pakistan. In più, tra i soggetti figurano anche otto imprenditori italiani, alcuni residenti in provincia di Ferrara e altri in province poco distanti, come riportato anche dal quotidiano online “Estense.com”.

L’Ufficio Immigrazione della Polizia di Stato di Ferrara, nel corso delle indagini portate avanti con i colleghi dell’omologo ufficio modenese, hanno scoperto il sistema truffaldino realizzato dagli imprenditori e dagli stranieri. Una rete molto estesa e funzionale, che riusciva a garantire false attestazioni lavorative che sarebbero poi servite ad inoltrare la domanda di permesso di soggiorno, ingannando in questo modo la Questura.

Naturalmente, ai cittadini stranieri veniva richiesto un pagamento in denaro per questo “servizio”. Gli accertamenti eseguiti anche grazie all’aiuto dell’INPS hanno fatto emergere i tanti raggiri messi in piedi dall’organizzazione tra il 2014 e il 2016, tanto che lo stesso istituto di previdenza ha provveduto a stracciare 148 rapporti di lavoro, rilevando inoltre “l’indebita percezione di prestazioni sociali e contribuzioni per lavoro dipendente per circa 455.573 euro”.

La prossima udienza si terrà il 21 gennaio 2021. In tre hanno già scelto il rito abbreviato, mentre in diversi tra gli altri soggetti coinvolti dovrebbero optare per il patteggiamento.

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