Falsi contratti di lavoro a migranti per agevolare permesso di soggiorno : arrestato ex viceprefetto

Forniva il proprio aiuto ad un’organizzazione impegnata a far entrare migranti in Italia con falsi contratti di lavoro. In cambio, riusciva ad ottenere tutta una serie di “benefit”: gioielli, dispositivi elettronici, fino ad arrivare a biglietti per le partite casalinghe della Juventus.

Favoreggiamento alla permanenza di immigrati clandestini in Italia, falso materiale e falso ideologico per induzione: con queste accuse i carabinieri hanno provveduto ad arrestare Andrea Giangrasso, 69 anni, ex viceprefetto di Savona in pensione dal 2014.

Tutto nasce da una precedente indagine portata avanti dalle forze dell’ordine, soprannominata “Piramide”, al termine della quale furono arrestati cinque italiani e cinque egiziani accusati di aver agevolato matrimoni concordati e contratti di lavoro fittizi.

Uno dei nordafricani, Ibrahim Bedir, durante gli interrogatori, aveva rivelato la presenza di un’altra persona, o meglio di “un funzionario di fiducia” che seguiva le pratiche incriminate in prefettura.

La manovra truffaldina si svolgeva sostanzialmente nella seguente modalità

L’ex viceprefetto interveniva quando gli immigrati, giunti nel nostro Paese con le false promesse di assunzione, non si presentavano agli sportelli preposti per formalizzare la pratica.

Era lì che il funzionario riusciva a convincere un medico (anch’egli tra gli indagati) a produrre un certificato che giustificasse la loro assenza.

Contemporaneamente, veniva fatto firmare un contratto fittizio con alcuni albergatori della zona, che andava ad attestare come gli immigrati avessero lavorato per due mesi, con tanto di pagamento dei contributi Inps: un raggiro che permetteva di far scattare la proroga del permesso di soggiorno.

Come spiegato dal comandante provinciale dei carabinieri, Dionisio De Masi, elemento fondamentale per l’indagine è stata la collaborazione degli uffici della Prefettura: “Fin da subito – ha detto De Masi – ci hanno aiutato fornendoci materiale utile”.

Insieme a Andrea Giangrasso e al medico, risultano iscritti nel registro degli indagati anche un consulente del lavoro di Finale Ligure, un albergatore e Ibrahim Bedir, che si trova attualmente ai domiciliari ed è ritenuto la mente dell’organizzazione.

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