Documentazione falsa per permesso di soggiorno, sette persone indagate

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Le forze dell’ordine hanno scoperto l’ennesima truffa che aveva come obiettivo quello di far ottenere il permesso di soggiorno tramite il rilascio di una documentazione falsa.

Il nuovo caso riguarda un immobile sequestrato dai militari della Guardia di Finanza di Parma in seguito ad un ordine della Procura.

Proprio all’interno di questo edificio si trovava il centro elaborazione dati finito al centro dell’indagine denominata “Pay e Stay“, che ha portato il 15 gennaio scorso all’arresto di sette persone per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

E’ stata la sezione Riesame del Tribunale di Parma a disporre il sequestro dell’immobile su appello della Procura, dopo il no del Gip. Le indagini si erano sviluppate proprio grazie al monitoraggio costante delle prestazioni che venivano erogate all’interno di questo centro elaborazione dati, che aveva sede nella città di Parma.

Gli investigatori hanno scoperto che il centro elaborazione aveva fornito negli ultimi due anni assistenza fiscale a moltissime persone extracomunitarie (si parla di centinaia, ndr) che necessitavano di rinnovare o convertire il permesso di soggiorno. Alcuni di questi soggetti avevano anche dei precedenti penali.

Per consentire agli extracomunitari di ottenere il permesso di soggiorno, il centro elaborazione si avvaleva spesso di una documentazione del tutto fittizia, con importi assolutamente casuali inseriti nelle dichiarazioni dei redditi.

L’escamotage consisteva nel fatto che gli indagati proponevano agli extracomunitari la garanzia del permesso di soggiorno per “lavoro autonomo”, in cambio dell’apertura di una partita IVA con iscrizione alla camera di commercio.

Dalle indagini è emerso che i luoghi di esercizio dichiarati erano occupati da attività di persone totalmente estranee alla vicenda.

Con questo sistema, gli indagati riuscivano ad ottenere cifre che andavano dai 100 ai 300 euro a persona, garantendo permessi di soggiorno della durata di 2 anni, e quindi più lunghi rispetto a quelli rilasciati per motivi umanitari, familiari o per lavoro stagionale.

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