Decreto Sicurezza, si rischiano almeno 16mila disoccupati nel comparto cooperative

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Con il taglio della spesa giornaliera per assistere ogni migrante nei Centri di accoglienza, molti operatori del settore verranno tagliati

Tra gli effetti collaterali del ‘Decreto Sicurezza‘ voluto da Matteo Salvini c’è anche quello che porterà ad aumentare il numero dei disoccupato in Italia.

Portare infatti la spesa giornaliera per ogni immigrato da assistere a 21 euro lordi a fronte dei 35 euro previsti in precedenza significa che circa 16mila (ma le stime più pessimistiche arrivano a 18mila) figure professionali come insegnanti di italiano, infermieri e mediatori culturali rimarranno senza lavoro entro la prossima estate.

Lo rivela la Fp Cgil ed è stato riportato in un interessante articolo de Linkiesta che ha fatto i conti in tasca allo Stato.

Le ore lavoro nei centri di accoglienza dovranno fioco forza essere ridotte e quindi ci sarà bisogno di meno personale specifico.

Quindi i tagli riguarderanno soprattutto gli Under 35, molti dei quali sono anche laureati e prestavano servizio tramite le diverse Onlus e associazioni operanti con gli immigrati.

Le Prefetture hanno già pubblicato i nuovi bandi per il 2019 adeguandosi alle cifre e ricevendo molto meno richieste rispetto al passato perché i costi del personale attuale rischiano di non essere coperti.

Al momento quindi si conterebbero già più di quattromila esuberi ma la cifra è destinata a salire nel prossimo futuro, perché molti altri si adegueranno ai nuovi trend.

E così crescerà il numero dei disoccupati nel settore senza che ci siano ammortizzatori sociali adeguati.

Tutto dipende dai paletti stabiliti dal Decreto Salvini: ai migranti che sbarcano in Italia e presentano richiesta di asilo saranno garantiti soltanto cibo, vestiti e prodotti per l’igiene personale.

Se poi verrà confermato il loro diritto di rimanere, allora verranno garantiti anche i corsi di italiano e i servizi necessari all’integrazione.

Oggi la stima di chi lavora nel settore, compresi insegnanti di italiano, mediatori culturali, psicologi e assistenti legali, è di circa 40mila occupati per 130mila ospiti dei Centri di accoglienza ma i numeri verranno tagliati drasticamente.

Linkiesta snocciola anche i numeri per fare degli esempi: la mediazione linguistica passa da 54 a 10 ore a settimana, la consulenza legale da 24 a 3, gli operatori diurni nelle strutture fino a 50 posti scendono da tre a uno e in quelli con almeno 1.500 ospiti passano da 24 a 12, mentre non è prevista la presenza di infermieri nei centri fino a 150 posti e si dimezza l’orario dei turni in quelli più grandi.

Gli insegnanti di italiano spariscono mentre prima facevano almeno 8 ore alla settimana.

Nei primi mesi dell’anno i bandi aggiornati sono stati pubblicati dalle prefetture di Messina, Frosinone, Cagliari e Como mentre in altre come Bologna o Genova le vecchie regole sono state prorogate sino alla fine di marzo o a metà aprile per un adeguamento soft.

Ma soprattutto dal ministero del Lavoro hanno autorizzato la cassa integrazione straordinaria per le imprese che appaltavano servizi di pulizia e mensa, ma non per i lavoratori che hanno sempre lavorato con i migranti. Un problema non di poco conto.

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