Decreto sicurezza bis, l’Unhcr: “Misura preoccupante, aumentano i morti”

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Il decreto sicurezza bis sta già suscitando molte critiche da parte dell’opposizione al governo Conte e alla politica di tolleranza zero nei confronti dei migranti adottata fin dal primo giorno dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini.

Anche l’Unhcr – sigla che indica l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati – è intervenuta sulla questione, esprimendo una posizione molto chiara su alcuni passaggi del decreto sicurezza bis, in particolare quelli che fanno riferimento ai salvataggi nel Mediterraneo da parte di organizzazioni private, come le ONG a cui Salvini ha praticamente dichiarato guerra.

In questa parte, il decreto ci preoccupa molto“, afferma Carlotta Sami, portavoce dell’Unhcr per il Sud Europa. “Riteniamo che l’aumento del tasso di mortalità nel Mediterraneo sia direttamente dovuto all’assenza di un dispositivo strutturato di ricerca e salvataggio“.

Carlotta Sami ha espresso tutte le sue perplessità durante la presentazione del rapporto Global Trends 2018 a Roma in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato.

“Abbiamo chiesto più volte e con più forza a tutti i Paesi europei che vengano eliminati quegli ostacoli che sono stati posti negli ultimi anni al lavoro delle organizzazioni che svolgono soccorsi nel Mediterraneo -ha poi aggiunto la Sami – Abbiamo chiesto al governo di rivedere il decreto in questa sua parte e al Parlamento di modificarlo”.

La Giornata Mondiale del Rifugiato si svolge ogni 20 giugno per volere dell’Assemblea Nazionale delle Nazioni Unite, che in questo modo punta molto a sensibilizzare l’opinione pubblica “sulla condizione di milioni di uomini e donne costretti da guerre e violenze ad abbandonare i loro paesi, intensificare gli sforzi per prevenire e risolvere i conflitti, contribuire alla pace e alla sicurezza dei rifugiati”.

Come evidenziato dai dati forniti dall’ONU, tra le dieci nazioni con il più alto numero di rifugiati c’è solo la Germania a rappresentare l’Europa (quinto posto con 1.063.800 unità alla fine del 2018).

L’Italia ha una popolazione di rifugiati pari a 189mila persone a fine 2018, ovvero lo 0,9% del totale: cifre che pongono il nostro Paese distantissimo dalla “top ten”.

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