Decreti salvini: via libera della Consulta a residenza e carta d’indentità per i richiedenti asilo

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La norma che esclude i richiedenti asilo dall’iscrizione anagrafica è illegittima.

E’ quanto stabilito nella giornata di ieri, giovedì 9 luglio, dalla Corte Costituzionale, che ha di fatto smontato uno dei principi cardine dei decreti sicurezza fortemente voluti da Matteo Salvini nel periodo in cui ricopriva il ruolo di ministro dell’Interno.

La Consulta chiarisce che viene violato l’articolo 3 della Costituzione, che garantisce come tutti i cittadini siano uguali di fronte alla Legge.

Invece, nei decreti sicurezza di Salvini emerge “un’irragionevole disparità di trattamento” che rende molto più difficile l’accesso ai servizi per i richiedenti asilo.

Inoltre la misura non controlla in alcun modo il territorio, come invece propagandato dalla Lega, ed è pertanto da considerarsi “irrazionale“.

Da molto tempo esperti di diritto costituzionale, amministratori e sindaci sottolineavano ciò che è poi emerso ieri, e cioè che l’iscrizione all’anagrafe è un passaggio fondamentale per poter accedere ad alcuni servizi sociali, oltre ovviamente al rilascio di documenti come il certificato di residenza e la carta d’identità.

Per farla breve, la Corte Costituzionale ha messo in evidenza tutte le storture dei decreti sicurezza prima che ci riuscisse la politica.

Il governo Conte non ha ancora messo mano alle misure leghiste, con PD e Movimento 5 Stelle che continuano a litigare.

La divisione sembra riguardare soprattutto il soccorso in mare, mentre sul ripristino della protezione umanitaria – che diventerà “protezione speciale” – sembra sia stato raggiunto un accordo.

“Credo che arriveremo a tempi brevi alle modifiche in tema di immigrazione, che potrebbero andare anche oltre alle osservazioni della Presidenza della Repubblica”, ha detto il ministro Lamorgese su Rai Tre.

Dovrebbero diminuire anche le multe alle navi ONG, che Salvini aveva elevato fino ad un milione di euro: si ragiona su una cifra compresa tra i 15.000 e i 50.000 euro.

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