Coronavirus, la Coldiretti: “Chiusura frontiere UE, rischio tracollo settore agricolo”

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caporalato albanesi

La diffusione della pandemia di coronavirus rischia di provocare danni incalcolabili al settore agricolo italiano.

Come già evidenziato nelle scorse settimane da diverse associazioni, le misure drastiche imposte dai vari governi per rallentare il contagio, unitamente alla chiusura delle frontiere nell’Unione Europea, fa venire un meno un numero enorme di lavoratori stagionali per le raccolte nelle campagne.

A lanciare l’allarme è la Coldiretti, che precisa come il problema non sia soltanto italiano. Anche Paesi come Germania, Francia e Spagna non avranno il solito numero di lavoratori agricoli stagionali. Con questa situazione, l’Unione Europea rischia di ritrovarsi con un settore in tracollo e senza un’autosufficienza alimentare.

Per fermare il rientro dei lavoratori stranieri nei propri Paesi di provenienza, la ministra delle Politiche Agricole, Teresa Bellanova, ha favorito la proroga dei permessi di soggiorno per lavoro stagionale in scadenza. Si è trattata certamente di una buona mossa da parte del Governo, ma la chiusura delle frontiere in UE rimane un enorme problema.

Basti pensare che ogni anno sono circa 370.000 i lavoratori regolari che provengono dalle nazioni estere per le raccolte nei campi italiani. Un movimento preziosissimo, che va a garantire circa un quarto dei prodotti Made in Italy che apprezziamo sulle nostre tavole.

La Coldiretti ha fatto presente che sono già arrivate disdette degli impegni di lavoro “da parte di decine di migliaia di lavoratori stranieri”.

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