Coronavirus e mancanza di sicurezza, chiude il centro Sokos: forniva assistenza medica ai migranti

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La diffusione del coronavirus sta creando seri problemi anche al sistema d’accoglienza, come già evidenziato dall’esponente di +Europa, Emma Bonino, e dai Radicali.

Con il contagio sempre molto complicato da arginare, anche l’assistenza medica per i migranti diventa via via più difficoltosa, e succede anche che alcune associazioni si trovino costrette a chiudere.

E’ il caso di Sokos, un’organizzazione che dal 1993 opera a Bologna e garantisce assistenza medica agli immigrati senza permesso di soggiorno, ovviamente in modalità totalmente gratuita. Inoltre, Sokos garantisce lo stesso servizio anche a tutti coloro che vivono in condizioni di marginalità.

Già alla fine di febbraio l’associazione aveva chiesto all’Azienda Sanitaria di Bologna di ricevere le adeguate forniture di DPI, ovvero i Dispositivi di Protezione Individuale, tra cui le ormai ben note mascherine che avrebbero consentito di continuare a svolgere le normali attività in totale sicurezza.

Tuttavia, le richieste avanzate da Sokos sono state completamente inevase: nessuna risposta da parte dell’Azienda Sanitaria. Una situazione che ha costretto l’associazione a sospendere le attività presso l’ambulatorio di via Gorki, dove ogni giorno trovavano assistenza dalle 20 alle 30 persone.

Il motivo è proprio l’impossibilità di operare in sicurezza, sia per i membri dell’associazione che per i pazienti stessi. L’unico servizio che continuerà ad essere erogato è quello relativo alla fornitura di farmaci, che potranno essere richiesti via telefono o per e-mail (verranno poi consegnati a domicilio dai volontari di Sokos).

Abbiamo provato a chiedere anche alla farmacia dell’ospedale Maggiore se avessero dispositivi di sicurezza per noi – spiegano i membri di Sokos al quotidiano ‘Bologna Today’ – ma ovviamente non è possibile, considerata la situazione di emergenza in cui viviamo”.

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