Coronavirus, agricoltura a rischio crollo: “Regolarizzare lavoratori stranieri”

caporalato albanesi

L’emergenza coronavirus rischia di creare danni giganteschi anche al settore agricolo italiano.

L’allarme era stato lanciato la settimana scorsa dalla Coldiretti, che evidenziava come il diffondersi della pandemia provocasse di fatto un blocco all’arrivo degli stagionali dai paesi extracomunitari.

Per farla breve, il settore rischia di registrare un raccolto complessivo più basso del 25%, andando così a pregiudicare le forniture di generi alimentari a negozi e supermercati.

I lavoratori regolari che ogni anno giungono nel nostro Paese (circa 370.000, ndr) sono una risorsa imprescindibile per il comparto agroalimentare, ed è per questo che sono al vaglio altre ipotesi per evitare un crollo che avrebbe ripercussioni molto serie.

Se l’idea della Coldiretti è quella di coinvolgere pensionati e studenti, quella della campagna “Ero Straniero” si concentra sempre sulle persone straniere che si trovano ad oggi sul nostro territorio.

L’idea dei promotori è infatti di regolarizzare queste persone: una mossa che andrebbe a “salvare” il settore agricolo e al tempo stesso consentirebbe di ridurre in misura consistente “lavoro sommerso, caporalato e sfruttamento lavorativo”.

Ecco perchè Ero Straniero si rivolge al governo Conte, chiedendo l’introduzione di un provvedimento straordinario di regolarizzazione “per i cittadini stranieri non comunitari già presenti in Italia, con il rilascio di un permesso di soggiorno a fronte della stipula di un contratto di lavoro nel settore agricolo, da estendere anche ad altri settori, come abbiamo proposto nei mesi scorsi”.

La campagna sottolinea che va superata la normativa in materia di immigrazione, definita “estremamente rigida e inefficace”. Per i promotori serve “una riforma complessiva”, che parta dalla proposta di legge di iniziativa popolare in discussione alla Camera.

error: Content is protected !!