Agricoltura senza manodopera: decreto flussi inadeguato

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A causa del decreto flussi si rischiano di perdere molti potenziali lavoratori agricoli: una situazione che rischia di creare un danno enorme all’intero settore.

Anche nel Trentino viene lanciato l’allarme, e a farsi portavoce di queste forti preoccupazioni è l’ex assessore Michele Dellapiccola, che attacca frontalmente il provvedimento varato dal governo gialloverde – ormai caduto – e dall’ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini.

“Il provvedimento, che contingenta la possibilità per le persone in cerca di lavoro di raggiungere il nostro Stato nella legalità, non rispetta e non interpreta le esigenze del mercato del lavoro: il Trentino non fa eccezione”, le parole di Dellapiccola riportate dal sito “IlDolomiti.it”.

Le piccole aziende agricole sono prevalentemente a conduzione familiare, e pertanto riescono a “tenere botta” anche a situazioni di questo tipo.

Quelle che pagano maggiormente dazio sono invece le aziende più grandi, che avrebbero bisogno come il pane di manodopera.

Basti pensare che nel solo 2016 i contratti di lavoro agricolo stipulati nella Regione sono stati 24.000, mentre nel 2018 la cifra è salita a 26.000.

La causa principale è certamente il decreto flussi, ma non è l’unica.

A generare questa mancanza di lavoratori agricoli è anche l’aumento della qualità della vita in alcuni Paesi da dove proveniva costantemente la manodopera, come ad esempio la Polonia.

Ecco perchè ci si rifugia sui cittadini extra UE, ma la politica di tolleranza zero nei confronti dell’immigrazione fortemente caldeggiata dall’ex ministro Salvini ha drasticamente ridotto gli arrivi, provocando una sorta di “terremoto” nell’agricoltura nostrana.

La speranza è che le cose possano cambiare con il nuovo governo PD-M5S, ma nel frattempo la provincia di Trento ha rilanciato la call-to-action per lavorare nel settore dell’agricoltura, ottenendo già un migliaio di candidature.

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