Acerra, arrestato un terrorista che ha combattuto con l’Isis

L’algerino Mourad Sadaoui, che per dieci anni aveva anche vissuto in Italia, era andato a combattere in Siria con le milizie Isis. Era ricercato da due anni, viveva da fuggiasco tra Napoli e Caserta

Ha rischiato la vita come combattente dell’Isis in Siria, ma da qualche tempo si era rifugiato ad Acerra, in provincia di Napoli.

E lì il 45enne Mourad Sadaoui, cittadino algerino, è stato scovato e arrestato dalla polizia diventando di fatto il primo ‘foreign fighter’ rientrato nel nostro Paese bloccato dopo lo scioglimento dello Stato Islamico, come ha confermato Claudio Galzerano (capo della Direzione centrale polizia di prevenzione).

Come hanno spiegato gli investigatori, Sadaoui conosceva bene quella zona perché aveva già vissuto da quelle parti tra il 2003 e il 2013 soggiornando in pianta stabile a San Marcellino, in provincia di Caserta che raccoglie una vasta comunità maghrebina.

Nel nostro Paese gli è sempre stato concesso il permesso di soggiorno per motivi di lavoro, visto che risultava muratore in un’azienda edile e successivamente lavoratore autonomo.

L’ultima richiesta di rinnovo era del 2010, ma gli sarebbe anche stata rifiutata dall‘Ufficio Immigrazione della questura di Caserta se qualcuno avesse potuto raggiungerlo. Invece l’uomo ha vissuto da irregolare, poi è scappato dal nostro Paese e nel 2013 è riemerso in Siria al fianco delle milizie dell’Isis.

una radicalizzazione che avrebbe maturato in patria, dopo avervi fatto rientro, e non in Italia, anche se quell’esperienza per lui si è concluda con una nuova fuga.

Dopo il 2017 infatti di Sadaoui si erano perse le tracce, anche se era inseguito da un’ordinanza di carcerazione per terrorismo spiccata dal tribunale algerino di Constantine e quindi era compreso nell’elenco dei duecento ‘foreign fighters‘ algerini più pericolosi.

Dall’estate 2018 le ricerche si erano concentrate sulle campagne della zona di Aversa, senza esito, fino alla sua cattura avvenuta il 1° marzo scorso.

Come ha spiegato il capo della Digos della questura di Caserta, Enzo Vitale, “Sadaoui si muoveva di continuo e non frequentava i luoghi soliti di altri immigrati, come le moschee e le stazioni ferroviarie”, ma grazie alla collaborazione tra Digos e Ufficio Immigrazione della Questura di Caserta è stato possibile ripercorrere i suoi spostamenti in Italia e arrivare sino a lui.

Al momento dell’arresto aveva due cellulari, che verranno esaminati per vedere cosa contengono e per capire se possa essersi appoggiato su qualcuno in Italia per fare ritorno pur essendo privo di documenti in regola.

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